La storia

Ragazzi ciechi che studiano (immagine storica)

Bologna, 1910. In occasione del IV Congresso Tiflologico Nazionale, i più autorevoli studiosi dei problemi connessi all’educazione, all’istruzione e all’integrazione dei non vedenti e i ciechi più illustri sono riuniti per trovare una soluzione al principale problema delle singole istituzioni per ciechi italiane: la difficoltà di produzione di materiali didattici speciali per l’istruzione dei non vedenti. Al cuore del dibattito vi è la consapevolezza che occorre realizzare un processo educativo ritagliato sulle specifiche esigenze della minorazione visiva. Nasce così l’idea di una confederazione fra le istituzioni per ciechi per sostenere le singole realtà locali e creare importanti sinergie. Il 24 febbraio 1921 l’idea si concretizza nella costituzione della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi.
Le prime conquiste ottenute dalla Federazione, in un impegno comune con l’Unione Italiana dei Ciechi, riguardano il profilo degli Istituti.
Con la legge n. 1463 del 26 ottobre 1952 viene portata a termine la statalizzazione delle scuole elementari speciali annesse agli Istituti per Ciechi. La Federazione matura l’opportunità di realizzare una propria stamperia per la trascrizione dei testi in Braille e un Centro di Produzione per la creazione di sussidi didattici, operativi dal 1964. Grazie a queste strutture la Federazione può produrre materiali di studio diffusi e apprezzati sia in Italia che all’estero e un patrimonio librario ancora oggi valido dal punto di vista educativo. Il 28 agosto del 1997, grazie all’intervento dell’Unione Italiana dei Ciechi, viene promulgata la legge 284, con la quale il Dipartimento della Solidarietà Sociale garantisce a questo settore il finanziamento da parte dello Stato, consentendo alla Federazione di continuare a lavorare con rinnovata energia.